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martedì 01 aprile 2025
 
Le "nozze" del capo scout gay
 

Il parroco: «Ecco perché per me non può più fare l'educatore»

07/06/2017  A Staranzano, Gorizia, celebrata l’unione civile tra il consigliere comunale Luca Bortolotto e Marco Di Just, 33 anni, capo scout del gruppo Agesci parrocchiale. Il parroco, don Francesco Fragiacomo, interviene in modo netto: «Un conto è l’orientamento sessuale, altro è ostentare, andare a convivere, contro il magistero della Chiesa. In più qui c’è il ruolo di educatore, che è molto complicato». E lo invita a dimettersi. Il vescovo di Gorizia non è ancora intervenuto ufficialmente. La posizione dell'Agesci nazionale...

(nella foro sopra, e in copertina, l'unione civile tra Marco Di Just e Luca Bortolotto. Le foto sono di Katia Bonaventura, tratte dal "Piccolo" di Trieste - http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste)

 

 

«Adesso passo io per quello cattivo ma ho tentato in tutti i modi, da mesi, di arrivare a una mediazione. Sono amareggiato, ho solo ribadito la posizione della Chiesa e mi stupisco delle polemiche». Don Francesco Fragiacomo è il parroco della chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Staranzano, centro di settemila abitanti in provincia di Gorizia. Sabato scorso, in Comune, è stata celebrata l’unione civile tra il consigliere comunale Luca Bortolotto e Marco Di Just, 33 anni, uno dei capi scout del gruppo Agesci parrocchiale. A officiare il rito, racconta Il Piccolo, il sindaco Riccardo Marchesan. Oltre agli amici, al gruppo scout e a varie associazioni locali, era presente anche don Eugenio Biasiol, storico assistente scout che è intervenuto prima della cerimonia «come amico della coppia e come prete». «Celebriamo una festa di due persone che si vogliono bene», ha detto Marchesan, «che oggi vedono costituita la loro unione. Il nostro paese da anni attendeva una normativa chiara per un riconoscimento anche sul piano giuridico, i diritti e i doveri di ogni coppia, volersi bene nel rispetto e nel reciproco sostegno».

Don Francesco ha affidato al bollettino parrocchiale e a un post su Facebook il suo commento: «Nella Chiesa», ha scritto, «tutti sono accolti, ma le responsabilità educative richiedono alcune prerogative fondamentali, come condividere e credere, con l’insegnamento e con l’esempio, le mete, le finalità della Chiesa nei vari aspetti della vita cristiana. Sulla famiglia la Chiesa annuncia la grandezza e bellezza del matrimonio tra un uomo e una donna. Siamo chiamati ad annunciare il modello di famiglia indicata da Gesù: quella fondata nell’amore tra un uomo e una donna uniti nel sacramento del matrimonio».

Toni molto pacati. Al telefono, il parroco spiega tutta la vicenda: «Marco Di Just è capo gruppo e capo clan Agesci da diverso tempo, guida un gruppo di venticinque adolescenti che vanno dai 16 ai 18 anni. Convive con il suo compagno da nove anni e a febbraio scorso ha fatto outing», racconta, «già quattro anni fa ho segnalato la vicenda al vescovo di Gorizia, mons. Carlo Maria Redaelli, anche per sapere se questo ragazzo poteva contare su un accompagnamento spirituale visto il ruolo delicato di educatore che riveste. Nessuno mi ha risposto. Il messaggio educativo che passa ai ragazzi è quello che unirsi con un uomo è normale. Come educatore è un bravo capo, dal punto di vista della fede tutto il gruppo scout ha molte carenze perché, di fatto, non c’è un vero percorso di fede. Lo so perché c’è anche mio nipote che ne fa parte».

A Don Francesco non va giù il clamore con cui è stata organizzata la cerimonia: «Tra gli organizzatori», dice, «c’era anche don Eugenio. Dopo il rito, sono andati nel parco del paese e si sono baciati davanti a tutti. Forse un po’ di sobrietà non avrebbe guastato. Ripeto: un conto, come Chiesa, è essere accoglienti, un’altro è rendere normale ed esaltare qualcosa che è al di fuori del magistero della Chiesa. Il vescovo mi ha detto di non creare tensioni e non alimentare polemiche, forse è preoccupato dell’opinione pubblica. Secondo me, la questione si poteva risolvere quattro mesi fa chiamando i vertici regionali dell’Agesci e l’assistente diocesano e confrontarsi serenamente. Io non mi diverto a sollevare la questione, non ne ho mai parlato in pubblico ma ho solo scritto una riflessione sul bollettino parrocchiale».

Don Francesco spiega che lui accompagna spiritualmente molti omosessuali: «Li seguo, li confesso, li consiglio come deve fare un buon pastore. Un conto è l’orientamento sessuale, un’altra cosa è ostentare, andare a convivere, fare tutto pubblicamente contro il magistero della Chiesa. In questo caso, c’è il ruolo di educatore che è molto complicato».

La vicenda, si capisce, è solo agli inizi. Il vescovo di Gorizia non è ancora intervenuto ufficialmente e per ora non ha intenzione di farlo. «Sulle unioni civili», spiega il responsabile dell’ufficio stampa della Curia Mauro Ungaro, «la posizione della Chiesa è chiarissima: siamo contrari. Su questo caso in particolare non siamo intervenuti perché riguarda un educatore dell’Agesci e deve essere l’Agesci a intervenire in prima battuta, anche previa verifica interna. Come diocesi non abbiamo voluto alimentare polemiche che rischiano di essere irrispettose nei confronti delle persone coinvolte. Credo che molto presto ci sarà un confronto tra mons. Redaelli e i vertici nazionali dell’Agesci tramite l’assistente diocesano degli scout».

Silenzio anche da parte degli scout di Staranzano mentre l’Agesci nazionale ha diramato una nota nella quale «ribadisce la propria fiducia nella comunità capi del Gruppo di Staranzano, in provincia di Gorizia». L’Associazione, si legge, «sottolinea che il discernimento e la decisione in merito alle questioni educative sono in capo alla comunità educante che, sostenuta dalla Chiesa locale, confrontandosi con il Vescovo, saprà valutare ciò che deve essere fatto per il bene dei ragazzi che sono loro affidati avendo come riferimento il Patto Associativo e il Magistero della Chiesa, nel rispetto di tutte le persone coinvolte».

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I vostri commenti
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  • Enrico11 agosto 2017 alle 17.22

    Una interessante risposta al Parroco: http://www.gionata.org/il-rapporto-omosessuale-il-magistero-e-la-cura-per-laltro/?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+Gionata+%28Progetto+Gionata%29

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    • Antonio A.15 agosto 2017 alle 14.56

      Ho letto. Trovo la Lettera di Fragiacomo chiara, logica, ben documentata sul Magistero della Chiesa (che non esprime una sua imposizione ma la sua comprensione del Vangelo), esatta nel citare la legge naturale. La Risposta invece alternante, non appropriata nel citare il Vangelo, forzata nelle sue interpretazioni. Qualche esempio: il sabato "fatto per l'uomo" esenterebbe anche dalla legge naturale; il lessico di Fragiacomo sarebbe burocratico e senza amore; l'orientamento sessuale sarebbe naturale (certo, quello definito dalla natura già nel corredo cromosomiconon l'orientamento omo-sessuale); il matrimonio civile omosessuale sarebbe un "progetto di vita" (cristiano? matrimoniale? chi sarebbe il papà e chi la mamma?); l'omosessualità viene considerata un peccato (falso, la pratica omosessuale, non la condizione che invece è incompiutezza sessuale incolpevole nella sua crescita); e altro. Invito invece a rileggere il Magistero ufficiale. (P.S. dov'è scritto che Gionata era omosessuale?)

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    • eranuova03 agosto 2017 alle 23.15

      ripeto: che schifo! ...

      Rispondi
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      • eranuova03 agosto 2017 alle 11.03

        ripeto: che schifo! ...

        Rispondi
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        • eranuova02 agosto 2017 alle 23.49

          che schifo!...

          Rispondi
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          • peppe21 luglio 2017 alle 10.37

            Nun so se i dui sposini c'averanno un fijo tutto loro. Nun so come faranno. A me, basta 'l pensiero che già fuma er cervello. C'è chi se complimenta e l'augura, chessò, magari co'una busta per l'affitto. Che se fusse così, pe' me, nun v'offendete, sarebbe 'na disgrazia: pe' fa' contenti dui babbi, nun potè mai dire la parola che, doppo Dio, è la più bella: mamma.

            Rispondi
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            • piera13 giugno 2017 alle 19.32

              Domanda ingenua di un'ignorante(io): cosa dice il regolamento dell'AGESCI su questo argomento(omosessualità)?

              Rispondi
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              • lucio12 giugno 2017 alle 22.29

                X Stefano; leggo dalla risposta che mi ha indirizzato: "" Io cerco solo di farla ragionare: se lei dice di credere al vangelo, ma non alla Chiesa che quel vangelo ha scritto, tramandato e insegnato, il bizantino è lei. La realtà ovvia dei fatti è che se lei non crede alla Chiesa non può credere neppure al vangelo"". Le chiedo di dirmi in quale parte del mio post io affermi di non credere alla Chiesa o, quantomeno, esprima anche soltanto qualche pallido dubbio al riguardo PS: la ringrazio per lo sforzo che pone in essere per "farmi ragionare": immagino che lo intenda come una "opera di misericordia"

                Rispondi
                   
                • stefano13 giugno 2017 alle 22.48

                  Più che un'opera di misericordia, una fatica inutile. Se lei crede alla Chiesa non metta in dubbio i suoi insegnamenti. E' troppo difficile da capire?

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                  • lucio14 giugno 2017 alle 13.21

                    E' vero, è un dialogo tra sordi, chiudiamolo qui.

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                    • domenicom18 giugno 2017 alle 22.50

                      il dibattito è fuori posto, comunque, tecnicamnte, il credo cristiano recita "credo la Chiesa" e non "credo alla Chiesa". la differnza non è solo gramamticale.

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                    • lucio12 giugno 2017 alle 12.52

                      Per Roby C.: Ok, usiamo le chiavi; però debbono essere usate per tutti, non solo per i gay.... (tra l'altro, nel Vangelo di gay non se ne parla proprio). Se le usiamo per tutti con la stessa severità con cui le usiamo per i gay, ci sarà qualcuno che riuscirà ad entrare nel regno dei cieli? E' vero, la porta "è stretta", ma è pensabile che il Signore sia venuto per salvare solo pochi eletti, lui che ha detto che è venuto non per i sani ma per quelli che sono ammalati?

                      Rispondi
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                      • lucio12 giugno 2017 alle 07.59

                        Per Paolo Baro: ""Ma chissa come mai quando queste tradizioni erano in voga il mondo funzionava molto meglio"": a quale "tradizioni" si riferisce? a quelle dei lager nei quali i gay venivano fatti fuori?

                        Rispondi
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                        • Vincenzo11 giugno 2017 alle 11.55

                          Ieri si è svolta a Roma la "gay pride": personalmente non ho mai capito di che cosa vanno orgogliosi. Ma andiamo in ordine. Quelli che come me criticano questo tipo di "pride" saremmo malati di omofobia. Mai accusa più ingiusta! L'omofobia è di coloro che non accettano la loro malattia come malattia e la sventolano ai quattro venti praticando una dittatura di pensiero e di parola nei confronti di coloro che la pensano diversamente. Non si guarisce una malattia cancellandola dalla lista delle malattie, o addirittura tacciando di malati gli altri che non sono d'accordo. Ciao

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                          • lucio10 giugno 2017 alle 21.25

                            Tutti quelli di una certa età ricorderanno quanto l'omosessuale fosse disprezzato nel passato, spesso anche odiato (quanti gay sono stati sterminati nei lager di vari colori ideologici?); per le famiglie era - e in alcuni casi lo è ancora - una vera e propria onta avere in casa un omosessuale, una vergogna inconfessabile. Oggi fortunatamente c'è più tolleranza ma generalmente, lasciamo perdere le eccezioni, l'omosessualità è vissuta ancora come qualcosa di cui provare vergogna, e questo vale tanto per il diretto interessato quanto per i suoi cari. Se le cose stanno così,perchè mai uno dovrebbe volontariamente andarsi a cacciare in una situazione così dolorosa? (a meno che non sia un masochista). Non è quindi più sensato ritenere che la stragrande maggioranza dei gay  farebbe volentieri a meno di questa particolare inclinazione sessuale?

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                            • Enrico11 giugno 2017 alle 16.51

                              O forse non sarebbe più sensato ritenere che sia ora di smetterla di vergognarsi, sia per il diretto interessato che per i famigliari, sopratutto quando si cerca di vivere in sobrietà l'amore per il proprio compagno (almeno per chi ha la fortuna di averlo trovato)?

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                              • paolo baro11 giugno 2017 alle 21.33

                                Ma chissa come mai quando queste tradizioni erano in voga il mondo funzionava molto meglio Non mi riferisco ovviamente al nazismo ed al comunismo. ma alle nazioni da sempre democratiche

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                              • Roby C.10 giugno 2017 alle 15.05

                                Ogni chiave serve ad aprire ma anche a chiudere la porta. Anche noi, di questi tempi poi, chiudiamo bene le porte di casa per non permettere l’ingresso ad estranei che siano anche solo sospetti. Così quelle che Gesù ha dato a Pietro: “A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”. (Mt 16,19) Talvolta ho l’impressione che oggi, nella Chiesa, per un malinteso buonismo e per una misericordia che si crede non impegni più al pentimento e alla conversione, si tenda a dimenticarsi della prima funzione delle chiavi che altro fine non ha se non quello di non permettere che gli equivoci alterino il vangelo. Ecco perché ritengo che il Parroco abbia ragione.

                                Rispondi
                                   
                                • paolo baro11 giugno 2017 alle 15.02

                                  Il Papa ha aperto le porte all'accoglienza degli esclusi dalla società perché fisicamente o moralmente pericolosi , ma mai ha riconosciuto le unioni "civili" o tantomeno ha mai parlato di "matrimonio tra gay". Non caspisco la posizione dei Vescovi, i quadri intermedi, la posizione del Papa in questo caso mi sembra molto chiara.

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                                  • Lino11 giugno 2017 alle 16.38

                                    Pieno sostegno al Parroco. Speriamo che anche la Curia e l'AGESCI facciano la loro parte

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                                    • domenicom11 giugno 2017 alle 22.21

                                      ok, allora però, per coerenza, devono essere chiusi fuori tutti quelli che non corrispondono ai dettami. Ma prima di farlo chiediamoci: ci sarà qualcuno poi dentro? Ed è davvero questo l'agire di Gesù, che ha chiamato a se i 12 apostoli "impuri", che ha dato le chiavi a chi lo aveva inengato e che ha usato parole abbastanza pesanti per coloro che si ritenevano giusti?

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                                      • Roby C.12 giugno 2017 alle 10.49

                                        A Paolo e Domenico. Cerco di chiarire ulteriormente. La porta della misericordia è sempre spalancata. Chiunque, grazie al pentimento e alla conversione, può decidere di varcarla e di entrare; chi invece, per mancanza di pentimento e volontà di conversione, decide di rimanere dove si trova, non la varca e non entra, perciò si "autoesclude". Oppure potremmo esemplificare: il Medico ama e vuole guarire il malato, ma se il malato rifiuta le medicine, quali ne saranno le conseguenze e di chi la responsabilità? Alla destra della croce di Gesù vi è stato un "buon ladrone" entrato con Lui nel suo regno grazie al pentimento e all'affidamento alla sua misericordia. Che ne è stato del secondo ladrone? Nessuno può dirlo. Nessuno può giudicarlo. Anche s. Luca ce lo fa ccapire. E' chiaro però che di certo non lo ha additato come esempio da imitare, né che il suo ricordo nel Vangelo lo renderà mai tale. Che la misericordia di Dio operi con efficacia dipende dalla libertà dell'uomo. Con amicizia

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                                        • domenicom13 giugno 2017 alle 23.41

                                          Sig. Paolo. se la porta della misericorda è sempre aperta, le chiavi non servono per questa ed è bene ricordare che Gesù non ha mai aspettato il pentimento per perdonare. Vedi l'adultera, il paralitico, ecc. Premesso questo il ragionamento non cambia: la morale sessuale non è l'unico peccato, per cui chiunque è carente nel Vangelo (la buona novella), non da il superfluo per i poveri (perchè chiunque si tiene un armadio di vestiti con il fratello che non ha il necessario non si sta pentendo della sua condota eguistica!) non porge l'altra guancia, non perdona 70 volte 7, non fa del bene ai nemici, non va a visitare i carcerati, ecc. deve essere escluso dal partecipare alla vita della Chiesa Cattolica. Non so se questa è la regola che vuole applicare. Io preferirei di no.

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                                        • lucio10 giugno 2017 alle 14.38

                                          Se ho un problema, fisico o mentale, tutti in genere cercano di darmi una mano perchè possa vivere,per quanto possibile,una vita più o meno normale.Se, viceversa, ho un problerma sessuale,e mi sento attratto da persone appartenenti al mio stesso sesso, senza che da parte mia ci sia alcuna spinta perchè ciò avvenga, vengo invece guardato come fossi una persona alla ricerca sfrenata di piaceri perversi e mi si richiede di starmene in un cantuccio,di vivere nell'ombra. Ora,se questo poteva forse avere un senso alla luce della legge ebraica - ma c'era un'antica tradizione rabbinica che interpretava il peccato di Sodoma come l'inospitalità,il non accogliere i minimi,gli stranieri - per Gesù tutta la legge e i profeti (i 613 precetti che includono tutti i divieti sessuali del Levitico) si adempiono in un solo comandamento: amare Dio al di sopra di ogni cosa e il prossimo tuo come te stesso. Allora,praticare l'omofobia, non solo quella esplicita ma anche quella implicita, è da Cristiani?

                                          Rispondi
                                             
                                          • paolo baro11 giugno 2017 alle 15.05

                                            Gesù ha detto sono venuto a portare qualcosa di più, ma non ha mai rinnegato , ovviamente, il Vecchio testamento né la liceità dei costumi presenti a Sodoma, la stessa liceità che ha fatto crollare, per esempio, l'Impero Romano ed è controproducente per il proseguio della società: "andate, crescete e moltiplicatevi".

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                                            • stefano11 giugno 2017 alle 17.24

                                              Sì.

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                                            • Aldo10 giugno 2017 alle 06.02

                                              Peccato che il pensiero giusto del sacerdote non sia quello del vaticano.

                                              Rispondi
                                                 
                                              • paolo baro10 giugno 2017 alle 14.53

                                                L'importante è che sia giusto secondo la dottrina di DIO, il resto non conta più.... L'unico òpunto di riferimento che ci rimane sono i sacerdoti come questi, cui i complimenti forse non si possono fare perché la redazione di Famiglia Cristiana non apprezza. Sarebbe ora di finirla con il politically correct che uccide le menti e le persone, non trovate?!! NON ABBIATE PAURA disse Papa Giovanni paolo II.

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                                                • domenicom14 giugno 2017 alle 23.23

                                                  Gesù, che è Dio (una delle tre persone della Trinità) ha scelto tra gli apostoli persone fuori dalla morale dell'epoca. Gesù non escludeva i peccatori, anzi andava da loro, si faceva invitare a casa loro (mentre all'epoca si cercava la separazione tra i puri e gli impuri peccatori). La separazione, l'eslusione, quindi è una volontà di Dio o dell'uomo?

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                                                • donberto09 giugno 2017 alle 22.17

                                                  Ripropongo il passo citato da un post precedente (Francesco) tratto dalla Lettera ai Romani: "Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini" (1,26-27); il brano non biasima la condizione omosessuale ma la sua pratica. A me pare che a volte si dimentichi per presentare piuttosto una misericordia divina che esenta dal pentimento e conversione del figliol prodigo. Il Card Biffi pensava che questo passo avrebbe salvato da errori per la sua chiarezza ma non è stato così. Mi sembra che si sia esteso invece un oscuramento del retto senso del peccato già temuto da s Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. L'invito ad usare misericordia non dovrebbe mai essere disgiunto dalle parole con cui Gesù ha iniziato la sua missione pubblica: "Convertitevi e credete al Vangelo" né dovrebbe far dimenticare che la più alta forme di amore e di carità cristiana è "ammonire i peccatori".

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                                                  • vincenzo11 giugno 2017 alle 16.16

                                                    Caro don roberto, lei a citato la lettera ai Romani: "Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini" (1,26-27); questi uomini di cui parla Paolo non sono omosessuali, ma di uomini eterosessuali che perdono la retta via...! Inoltre sarei curioso di sapere da dove a tratto, e cito lei: la più alta forme di amore e di carità cristiana è "ammonire i peccatori"! Perchè mi sembra che qualcun'altro abbia detto che la più alta forme di amore e di carità cristiana era "dare la propria vita per il fratello". Vorrei invitarla a non guardare verso l'oscurantismo del peccato ma verso la Luce, anchè perchè, sempre Qualcuno ci ha promesso che essa prevarrà sulle tenebre! Noi (con tutti i nostri limiti) non siamo chiamati a combattere il Buio ma ad essere Luce ! Fraternamente vincenzo

                                                    •  
                                                    • Lino11 giugno 2017 alle 16.52

                                                      Sono pienamente d'accordo: rispettiamo l'omosessualità, ma condanniamo le aberrazioni derivanti dalla pratica innaturale. Si innaturale nel senso di "contro natura", l'uomo e la donna sono conformati fisiologicamente per rapporti sessuali. sfido chiunque a dimostrarmi il contrario. No sin tratta di omofobia o bigottismo, ma di una realtà NATURALE!

                                                      •  
                                                      • don roberto12 giugno 2017 alle 11.19

                                                        A Vincenzo. Riconosco che hai ragione. Avrei dovuto scrivere "una delle più alte forme di carità...". Ammonire i peccatori è infatti solo una delle sette Opere di Misericordia spirituale. Per chiarire ulteriormente il mio pensiero (che comunque mi pare non si allontani molto dal tuo) aggiungo: è caratteristica della luce evidenziare sempre di più le ombre. Gesù, Luce del mondo, distingue sempre più chi vive e opera nella Luce e chi invece sceglie di rimanere nelle tenebre. Così il cristiano. Nel proprio comportamento deve essere trasparenza della Luce di Gesù che porta in sé. Quando sbagliamo (siamo tutti fragili) dobbiamo prontamente ricollocarci nella sua Luce (una buona Confessione ed un buon proposito detto a Gesù nella persona del suo sacerdote). Non è dunque oscurantismo (ma esame di coscienza) vedere se c'è in noi del male o dell'oscurità proprio per essere sempre o ricollocarci nella Luce. Altrettanto fraternamente don roberto

                                                        •  
                                                        • Vincenzo napoli12 giugno 2017 alle 23.55

                                                          Caro don Roberto, non c'è da aver ragione in quanto abbiamo scritto entrambi, ma insieme son certo che ci riconosciamo di camminare nell'unica Verità che conosciamo Cristo Gesù! La ringrazio per avermi risposto e spero di non essere stato sgarbato, ma porto con me la certezza che il Signore ci ama tutti così come siamo, me che sono felicemente sposato con una donna meravigliosa e anche chi purtroppo vive disordinatamente. Sa penso spesso a quando dico Padre nostro... padre mio ma anche padre di chi forse non accetterei mai...! La saluto fraternamente e ancora grazie

                                                        •  
                                                        • Antonio.G09 giugno 2017 alle 18.59

                                                          Il parroco Goriziano ha espresso con sobrietà la pura verità. Mi meraviglio che ci sia gente che trovi ragione per stigmatizzare l'operato del parroco. Quello che pensa l' AGESCI non è affare nostro, ciò che conta è mettere i puntini sugli i. Si benedice il matrimonio Cristiano, che come dice chiaramente Gesù è quello tra l'uomo e la donna. Punto e basta.

                                                          Rispondi
                                                             
                                                          • Fratelli11 giugno 2017 alle 07.41

                                                            Il messaggio di Gesù, mai capito , sembra essere per molti questo : omosessualità si può . Certo immiginare Gesu nascere nella famiglia di Giuseppe e Mario , provocherebbe del prurito . Anzi qualche rognetta la provocherebbe.

                                                            •  
                                                            • Mario C.12 giugno 2017 alle 14.56

                                                              Lasci stare per cortesia il "modo" di nascita di Gesù. Molti potrebbero obiettare comunque.

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                                                            • lucio09 giugno 2017 alle 18.25

                                                              La Chiesa ha impiegato venti secoli per arrivare ad ammettere che ci si sposa non soltanto per procreare ma anche per amore. Purtroppo,ciò che attiene al sesso è stato sempre trattato avendo presente la Bibbia e la cultura ebraica più che il Vangelo.Ma,da cristiani,la nostra stella polare non dovrebbe essere innanzitutto il Vangelo?E nel Vangelo quante volte si parla di sesso?Ben poche volte. E,viceversa,quante volte si parla-molte volte ed esprimendo giudizi fortemente negativi-di potere e di ricchezza?E perchè mai,per duemila anni,gran parte degli anatemi sono stati rivolti contro la sessualità piuttosto che contro ricchezza e potere?E,per quanto concerne in particolare l'omosessualità,se la mia natura è quella e prescinde completamente dalla mia volontà, io, di fronte a Dio, quale colpa ho?In materia di sesso non abbiamo - forse,e sottolineo forse - spesso fatto dire a Dio cose frutto di elaborazione umana?

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                                                              • stefano09 giugno 2017 alle 21.30

                                                                Guardi Lucio, se è per questo, anche il Vangelo è frutto di elaborazione umana, non è mica stato calato dal Cielo come il Corano. Gesù - volutamente - non ha lasciato niente di scritto. E poi, non è che il Vangelo sia il Manuale delle Giovani Marmotte, le risposte ai problemi di fede e di morale non si trovano mica tutti nel Vangelo. O meglio, si trovano nel Vangelo, ma non come un elenco di domande-risposte; sono frutto anch'esse di elaborazione umana. Ma non proprio umana, più precisamente umano-divina, perché l'elaborazione di cui parliamo è l'elaborazione della Chiesa che non è una realtà umana, ma umano-divina. Nella Chiesa infatti c'è il Cristo vivo e lo Spirito Santo. Solo la Chiesa che ha scritto il Vangelo e ce lo ha tramandato può anche interpretarlo, perché il Vangelo si può leggere solo con lo stesso spirito con cui è stato scritto, altrimenti rimane enigmatico e lettera morta.

                                                                •  
                                                                • stefano10 giugno 2017 alle 09.48

                                                                  Anche volendo seguire il suo ragionamento - cioè ammesso e non concesso che la Chiesa abbia impiegato venti secoli per dire che ci si sposa non soltanto per procreare, ma anche per amore - allora, per coerenza, lei dovrebbe aspettare almeno altri ottanta secoli prima di pretendere dalla Chiesa che ci si possa sposare solo per amore.

                                                                  •  
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                                                                    Mi sono fatta anch'io questa domanda. Secondo me, gli anatemi contro ricchezza e potere, diffusissimi e chiarissimi nei Vangeli, non fanno e non hanno mai fatto né caldo né freddo a nessuno, laici e religiosi, e la ragione è evidente: chi, per essere perfetto secondo Cristo, vende tutto ciò che ha e lo dona ai poveri per poi diventare povero a sua volta? Pochi. Pochissimi. I versetti su questi argomenti sono visti come metaforici, naif, romantici, da evitare come la peste di prendere sul serio nella realtà: il ricco epulone? Il cammello che entra nella cruna dell'ago e il ricco no? Fanno presa sui cristiani, tutti, praticamente nessuno escluso, come le favole della nonna su un cinquantenne. Gli anatemi si sono spostati sul sesso, dove è allignata, dal quasi totale silenzio evangelico, e proprio per questo, una morale occhiuta e guardona che ha esercitato un immenso potere nei secoli. Ma mi sa che ormai siamo agli sgoccioli, tra confusione, ritrattazioni e rettifiche.

                                                                    •  
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                                                                      Concordo. Sul dio denaro e sulla sete di potere terreno si e' sempre stati piu' indulgenti che con umane (e magari non volute ma subite) inclinazioni sentimentali e sessuali.

                                                                      •  
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                                                                        Per Stefano: ""O meglio, si trovano nel Vangelo, ma non come un elenco di domande-risposte; sono frutto anch'esse di elaborazione umana. Ma non proprio umana, più precisamente umano-divina, perché l'elaborazione di cui parliamo è l'elaborazione della Chiesa che non è una realtà umana, ma umano-divina."" Complimenti un vero argomentare bizantino, quello tipico delle discussioni sul sesso degli angeli.

                                                                        •  
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                                                                          Lucio, non tiri il sasso e poi scappi via, mi dimostri dov'è il bizantinismo. Io cerco solo di farla ragionare: se lei dice di credere al vangelo, ma non alla Chiesa che quel vangelo ha scritto, tramandato e insegnato, il bizantino è lei. La realtà ovvia dei fatti è che se lei non crede alla Chiesa non può credere neppure al vangelo. Il vangelo non sussiste da sé, ma solo in quanto la Chiesa lo proclama. O sta dentro, o sta fuori; ma da fuori non chiami in causa il vangelo, non ne ha né titolo né diritto.

                                                                          •  
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                                                                            Ottima volpina. Purtroppo non ho più seguito la discussione. Sono stato assente ed ho anzi mangiato dei crostacei in un posto al mare. So che merito la condanna a morte, a norma di Bibbia, ma saluto oggi ugualmente Stefano che era in pensiero.

                                                                          •  
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                                                                            Il ridicolo non può essere educativo, l'uomo ridicolo non può avere l'autorevolezza di educare. Non facciamo passare per uguale qualcosa che eticamente e nella concretezza è profondamente diverso e non dovrebbe nemmeno esistere , come l'unione "civile" tra gay, con tutto il rispetto per i gay morigerati, seri e rkispettosi che certo non si "sposano" solo per rubare la reversibilità.

                                                                            Rispondi
                                                                               
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                                                                              E' certo che non è ridicolo lei con quello che ha scritto?

                                                                            •  
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                                                                              Il Parroco ha ampia ragione. Cito Papa Francesco: "Badate bene, non ho detto “fare” i catechisti, ma “esserlo”, perché coinvolge la vita. Si guida all’incontro con Gesù con le parole e con la vita, con la testimonianza. Ricordatevi quello che Benedetto XVI ci ha detto: “La Chiesa non cresce per proselitismo. Cresce per attrazione”. E quello che attrae è la testimonianza. Essere catechista significa dare testimonianza della fede; essere coerente nella propria vita." (Papa Francesco - Discorso al Congresso Nazionale per Catechisti - 27.09.2013)

                                                                              Rispondi
                                                                                 
                                                                              • Enrico11 giugno 2017 alle 17.03

                                                                                Il parroco ha ben fatto a richiamare la dottrina ufficiale della Chiesa. E fin chi nulla di male. Ma un caso come questo mette in luce tutto il limite e l'ipocrisia di questa dottrina. Questo uomo, omosessuale probabilmente fin da giovane, fidanzato da 9 anni col proprio compagno, per anni è stato una guida scout, probabilmente ben voluto e stimato da molti. Non sono mai stato scout, ma presumo che sia una scelta di vita che portata avanti per così lungo tempo richieda una certa coerenza nel proprio essere. Ora ha scelto di dichiarare pubblicamente e onestamente il proprio amore, e di assumersene l'impegno davanti alla comunità e allo Stato. Un impegno che non può certo valere meno di una unione civile eterosessuale. E, se permette, un impegno che anche a livello di coscienza non va sminuito. La domanda dunque è: meglio che un omosessuale viva di nascosto in modo libertino, o meglio che faccia una scelta di vita di impegno, nella sobrietà e nella fedeltà?

                                                                                •  
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                                                                                  A Enrico. Comprendo il suo desiderio di andare incontro a persone che presentano questi o simili problemi ma non condivido le ragioni addotte nella sua risposta. Ritengo che non sia la dottrina della Chiesa ad essere" ipocrita" in quanto corrisponde alla vita morale richiesta da sempre e non modificabile a piacimento. Mi pare siano invece Luca e Marco, se sono battezzati come suppongo, a collocarsi con evidenza tra quegli incoerenti a cui ho accennato riportando le parole di Papa Francesco e Benedetto XVI. Per Marco sarebbe "coerenza cristiana" rinunciare a proporsi come educatore o catechista, e, per entrambi, iniziare un cammino di discernimento e approfondimento che li conduca a rinunciare alla convivenza nel matrimonio civile (che non è neppure tale) e a vivere serenamente la loro omosessualità senza praticarla negli atti. Con franchezza e amicizia. donroberto

                                                                                  •  
                                                                                  • Mario C.12 giugno 2017 alle 20.05

                                                                                    Per donroberto. Ma lo sa quanti sacerdoti omosessuali sono in servizio nelle varie comunità e parrocchie? Quanti anche nella pastorale giovanile? Allora il discrimine non è "la coerenza di vita" e la testimonianza, ma solo il fatto che non venga risaputo in giro: in pratica che l'orientamento omosessuale rimanga sottotraccia, come pure l'eventuale pratica, che le assicuro c'è. In quanto omosessuale io glielo posso confermare. Ora lei ha tutto il diritto, secondo catechismo, di escludere dalla catechesi o dall'educazione chi è omosessuale. Le coppie che formano un'unione civile, non vanno a chiedere comunque la benedizione in chiesa. Ma vivere serenamente la propria omosessualità è esattamente cercare la propria felicità affettiva con la persona con la quale si condivide la vita. Perfino il compianto Card. Martini approvava la comunione di vita.

                                                                                  •  
                                                                                  • Gian Genova09 giugno 2017 alle 11.12

                                                                                    Trovo davvero triste un aspetto della vicenda : il parroco che scrive al vescovo una sorta di denuncia contro un proprio parrocchiano. A mio modesto avviso,il rapporto fra un sacerdote e la propria comunità dovrebbe essere basato su un patto di fiducia, che non andrebbe infranto coinvolgendo un'autorità superiore (che ,tra l'altro,non conosce personalmente gli interessati). Saggia e degna di un vero pastore la linea del vescovo(non intervenire) ,che spero venga mantenuta.

                                                                                    Rispondi
                                                                                       
                                                                                    • ACCER09 giugno 2017 alle 14.57

                                                                                      Quindi per lei va bene che un "educatore" cattolico abbia una condotta contraria alle Scritture e al magistero. E che i sacerdoti facciano le belle statuine!

                                                                                      •  
                                                                                      • Franco09 giugno 2017 alle 16.06

                                                                                        Quindi il Vescovo dovrebbe girarsi dall'altra parte e fare finta di niente? Ma se non è il Vescovo a dover intervenire per fare chiarezza, chi lo dovrebbe fare, forse Gesù bambino...? Il parroco ha solo girato al suo diretto superiore una questione particolarmente delicata, che lo stesso ha trattato, a mio parere, con la dovuta sensibilità, nel rispetto del magistero della Chiesa.

                                                                                      Vedi altri 20 commenti
                                                                                      Policy sulla pubblicazione dei commenti
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