Non si fatica a trovare qualche brutta notizia sulla condizione dei giovani. Impressiona, ad esempio, quello sulla disocuppazione, ormai al 39,5 per cento. Quando hanno una qualche forma di occupazione, il più delle volte è precaria o a tempo. I più bravi, esasperati da una patria che non li riconosce, portano il loro bagaglio umano e intellettivo all'estero. In queste condizoni, è evidente che risulta impossibile progettare il futuro: l'acquisto di una casa, un matrimonio, dei figli... Ma se a un giovane togliamo il lavoro, la casa e la famiglia, che cosa gli rimane?
Forse è il momento di dire che ai giovani viene negato uno dei diritti fondamentali di ogni persona: il diritto al futuro.
Un sociologo attento alla realtà sociale come Ilvo Diamanti in una relazione al Festival della mente di Sarzana e nell'intervista all'interno di questo dossier, analizzando il fenomeno, parla di scomparsa del futuro. Alla generazione dei ventenni e trentenni di oggi, insomma, abbiamo rubato il futuro. Un tema che, a dispetto dell'assoluta gravità , è assente dall'agenda politica, in tutt'altre faccende affacendata.
Una volta dei giovani si diceva: sono il nostro futuro. Vuol dire che l'Italia ha scelto di privarsi del suo futuro?

Generazione senza futuro
Precariato, mancanza di lavoro, assenza di una rappresentanza adeguata. Ai giovani di oggi è stato negato uno dei diritti fondamentali per una vita dignitosa: quello di progettare il futuro.
30/08/2013
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